Da Murat al Regno delle Due Sicilie 2° Puntata
Ferdinando I appena insediato sul trono del Regno delle Due Sicilie, si trovò a dover mantenere fede a quanto statuito nel patto con l'Austria. Il prezzo da pagare per non essere stato capace di riconquistare il proprio regno manu militari, consisteva nel nominare a capo dell'esercito duo siciliano un generale austriaco e di mettere a disposizione della sua benefattrice ben 25'000 soldati da destinare alla difesa dei possedimenti della stessa in Italia del nord. Di fatto Ferdinando I, per liberarsi dai francesi aveva finito per diventare un protettorato austriaco oltre che inglese. Come se non bastasse, gli fu presentato anche il conto dalla chiesa di Roma, risentitasi per l'esproprio di beni ecclesiastici avvenuto nel febbraio 1811, con lo scopo di finanziare la poi fallita riconquista del Regno di Napoli. Così si addivenne ad un concordato tra i due stati, siglato a febbraio del 1815 e che prevedeva la restituzione dei beni confiscati e pesanti privilegi per lo Stato Pontificio. Il popolo napoletano non gradì tutte queste novità perchè peggiorative rispetto al decennio francese che non era stato poi così cattivo, riuscendo a modernizzare il paese. A riprova di ciò, Ferdinando I mantenne le leggi e il sistema amministrativo di Murat. Lo stesso dicasi per l'esercito che fu riunificato fondendo quello napoletano di Murat con quello siciliano dei Borbone. Fu affidato al generale Pepe il compito d'istituire una commissione preposta all'unificazione dei due eserciti, e dato il valore e le capacità degli ufficiali murattiani, non ci furono di fatto epurazioni tra gli ufficiali. Nel 1818 lo scontento nel ex Regno di Napoli montava giorno per giorno, le associazioni carbonare aumentavano i loro proseliti a dismisura. Secondo il Pepe gli aderenti a tale movimento erano circa 300'000, mentre per il Colletta ammontavano a 800'000 unità. Lo Schipa, citando un rapporto della polizia politica di Vienna, parla di 800'000 carbonari. La cosa sembra trovare conferma in una frase di Ferdinando I, riportata dal Moscati che recita testualmente: "La carboneria è così diffusa che poco manca che non lo sia anche io". Qualcosa stava per accadere nel neonato Regno delle Due Sicilie.
continua ............
Sergio
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