martedì 22 novembre 2011

L'omertà

Spesso si accusano le genti del sud di essere omertose, ma credo che questo termine sia abusato e usato senza cognizione di causa. La parola Omertà deriva da una parola dialettale in uso in tutto sud italia a partire dalla metà del 1800. La parola è Umirtà e deriva a sua volta dal latino Humilitas ovvero Umiltà. Voi vi chiederete che relazione possa avere l'omertà con l'umiltà? Basta andare ad analizzare il significato di questa ultima parola dal punto di vista cattolico religioso, che ne attribuisce una valenza positiva ed una forma di rispetto dovuta al riconoscimento di chi ci è superiore. Passiamo agli esempi, che rendono la cosa più semplice. Supponiamo che lo Stato crei una mega discarica in mezzo alla campagna fertile del casertano, discarica per altro a cielo aperto e senza strutture di contenimento, quindi a contatto con il terreno. Sup poniamo pure che la falda acquifera è a pochi centimetri di profondità, visto che si è scelto un terreno che un tempo era palude, quindi molto ricettivo per eventuali fuoriuscite di percolato tossico. Supponiamo pure che la discarica abbia preso fuco per diversi giorni, emanando diossina e altre sostanze nocive per un areale di diversi chilometri.
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Supponiamo che il campo di ortaggi vicino alla discarica, sia leggermente inquinato. Viene spontaneo chiedere che fine faranno questi prodotti? su quale tavola andranno? chi li consumerà? Si suppone che lo Stato faccia dei controlli e che quindi chi coltiva in quel posto non lo faccia per vendere il prodotto, ma solo per il piacere di vedere la campagna tutta verde. Ma rimanendo sempre nell'ambito della mera supposizione, proviamo ad allargare l'orizzonte intorno alla presunta discarica Statale. Supponiamo che oltre ai campi coltivati, ci sia dell'altro come degli allevamenti di animali. Supponiamo che ci siano allevamenti di Bufale, per la produzione di carne e latte destinato ai prodotti caseari.
m2Si suppone che le esalazioni dovute agli incendi e le infiltrazioni di percolato nel terreno, possano forse colpire direttamente e indirettamente gli animali allevati in queste "fattorie biologiche". Ma la domanda sorge spontanea, ma questi allevamenti producono latte e carne per immetterla sul mercato o solo a scopo ludico? Supponiamo, che la rete di controlli Statali sia efficientissima, dagli Agronomi che fanno il progetto della fattoria, al Comune che concede le autorizzazioni, alle Asl che controllano le norme igieniche, al servizio nazionale Veterinario che salvaguarda la salute degli animali, ai controlli effettuati nei Macelli sulla carne, ai controlli Istituzionali prima dell'immissione dei prodotti nel mercato alimentare, ai controlli della Forestale e del Wwf. Supponiamo che una rete di controlli così intrecciati e fitti non lasci nulla al caso, quindi nulla di nocivo può arrivare sulle nostre tavole. Si suppone che il fenomeno, ove fosse esistente, si limiterebbe a micro realtà composte da uno o due allevamenti e qualche campicello.
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E se supponessimo che non sia proprio così? Noi non siamo omertosi, abbiamo solo Umiltà e il senso dello Stato

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