La diffamazione storica.
Era il 14 febbraio 1861, quando Francesco II di Borbone e la sua consorte la regina Maria Sofia, lasciano Gaeta. La coppia reale trova albergo nello Stato Pontificio e qui comincia l'esilio. Francesco II è rassegnato alla perdita del regno, avendo un' indole molto simile a quella materna, ma lo stesso non si può dire per Maria Sofia, determinata e volitiva come la più nota sorella Sissy. La regina infatti, continuava a tenere in piedi le fila della lotta di resistenza contro l'invasione piemontese. I partigiani duo siciliani erano per lo più soldati Borbonici e civili che non accettano l'invasione del regno e le leggi del nuovo ordine precostituito. A questi si unirono anche bande di briganti che per tornaconto, in maniera discontinua, partecipavano alla lotta. Ovviamente il piano diffamatorio anglo piemontese, non si limitò a bollare i partigiani come meri briganti, ma puntò più in alto. Nel febbraio 1862, a Roma, cominciarono a girare foto raffiguranti la coppia reale Borbonica e in particolare la reginaMaria Sofia, nudi e nel compimento di atti osceni. Fu premura dei diffamatori, quella di far pervenire le foto in questione, nelle grandi corti europee. Il Papa fece partire un inchiesta e presto furono presi i colpevoli. Si trattava del fotografo antonio diotallevi, fautore del fotomontaggio e di sua moglie costanza vaccari, la modella delle foto incriminate. Si scoprì durante il processo che diotallevi era al soldo dei piemontesi, mentre la moglie, sfruttando le sue grazie e le "sue capacità", aveva lavorato sia per il Vaticano che per i Francesi e non si sa per quanti altri. Malgrado questo colpo basso, la regina Maria Sofia, continuò a testa alta nei suoi intenti. E' cosa risaputa, che riuscì financo a prendere contatti con i gruppi anarchici e si dice fosse stata lei la mandante dell'omicidio di umberto I di saboia, per mano di Gaetano Bresci. Purtroppo i suoi sforzi di restaurare ilRegno delle Due Sicilie rimasero vani , ma l'esempio rimane alla memoria dei posteri.
"Tutte le verità attraversano tre fasi: prima le si mette in ridicolo, poi vengono attaccate violentemente, e infine vengono accettate come ovvie" Arthur Schopenhauer
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