Mi sono sempre chiesto da dove provenisse tale e tantadisinformazione storica, per ciò che riguarda il periodo risorgimentale. Credevo che la cosa fosse partita in maniera contestuale e coeva, da parte dei vincitori savoiardi, ma le cose non andarono così. I giornali piemontesi dell'epoca si facevano beffa dell'operato di garibardo e della sua masnada di mercenari, ancora in sicilia e con la pistola fumante tra le mani. Il 13 settembre 1860 il giornale torinese piemonte, in un articolo intitolato "Il creduto prodigio di garibaldi", denigra apertamente le capacità del mercenario, dipingendolo come uno zimbello nelle mani della massoneria. Basta poi vedere come la neo casa regnante italiana, trattasse il massone nizzardo. Ma allora, tutta questa falsificazione storica, da dove viene? Durante il fascismo avvenne il fattaccio, Mussolini preso dal mito dell'impero romano, tanto caro all'ideologia fascista, voleva che l'italia fosse unita almeno nella teoria. In realtà le spinte indipendentiste siciliane e non solo si facevano sentire e costrinsero il governo ad operare in tal senso. Grazie alla capillare diffusione delle scuole, (opera meritoria del periodo), fu possibile diffondere la nuova storia, a mo di lavaggio del cervello, come si fa in tutte le dittature. Così cominciò la farsa risorgimentale, che entrò nell'incultura italianadel periodo. Dopo la fine del fascismo e la nascita della repubblica, subentrarono le classi dirigenti, figlie di quelladisinformazione fascista, che finirono con il perpetrare l'opera di diffusione della falsa novella. Interessante notare come il mito digaribardo e del risorgimento, fu coltivato anche dai socialisti, dallamafia e dalla massoneria, strana coincidenza. Dopo mezzo secolo, paghiamo ancora i danni del fascismo, ecco perchè la storia e la sua conoscenza sono per me fondamentali.
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