martedì 22 novembre 2011

La brigantessa Michelina De Cesare

SABATO, 01 MARZO 2008

La brigantessa Michelina De Cesare




Michelina De Cesare
Dopo la capitolazione del Regno di Napoli, con la triste disfatta della fortezza di Gaeta nel febbraio 1861, cominciò la Resistenza Meridionale. In tutto il Sud la gente insorse contro le truppe di invasione delle pappone savoiardo e del mercenario garibardo. I partigiani erano soldati, contadini, borghesi e nobili, uniti dalla fedeltà per il proprio Re e per la propria Patria. Combattevano i feroci e disumani bersaglieri, oggi osannati, ma allora stramaledetti. Avevano lasciato le proprie case, le famiglie, gli affetti, in nome della libertà. Le donne che non volevano separarsi dai propri cari, finivano per seguirli nella vita errabonda, alla macchia in montagna.  Uno di questi gruppi era capeggiato daFrancesco Guerra, ex sottoufficiale Borbonico, che dopo la battaglia del Volturno, aveva smesso i panni da soldato per indossare quelli da partigiano. Tra le fila dei suoi uomini spiccava la sua compagna, Michelina De Cesare, bellissima donna, poco più che ventenne, come lo stesso Guerra. Oltre per la sua bellezza, era rispettata per le sue capacità strategico militari e per la fermezza che aveva. Segui il suo uomo anche sul campo di battaglia e non fu dimeno di nessun uomo. Riuscirono uniti dal loro amore a tenere in scacco per sette anni le truppe di invasione, quando il 30 agosto 1868 furono assaltati dal 27° fanteria del maggiore lombardi, guidato da una spia. Tutto il gruppo fu sterminato barbaramente e Michelina, ferita, fu catturata. Il giorno successivo, Michelina De Cesare, malgrado fosse ferita, fu violentata dai soldati del nord e poi sottoposta a sevizie e torture per farle confessare i nascondigli dei compagni scampati all'eccidio. Morì di atroci sofferenze, ma senza proferire parola alcuna. I ben pensanti militi del nord la portarono nuda ed insanguinata nella piazza del paese di Mignano, come monito per la popolazione locale. Ma il risultato fu opposto a quanto sperato, la gente di quei luoghi scatenò ancor più la sua rabbia e la sua sete di libertà, gridando viva i Borbone.
Dedico questo post a Criade2, con la richiesta a tutti quelli del Sud e non solo, di diffondere la verità.

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