martedì 22 novembre 2011

La faticatrice di Sapri

SABATO, 04 AGOSTO 2007

La faticatrice di Sapri

spigolatrice2Di sergio negoziantini
Eran trecento eran brutti e corti e sono morti!
Me ne andavo una mattina a spigolare,
quando vidi una barchetta in mezzo al mare.
Era una carretta a cui bruciava il motore,
inquinando co il suo fumo tricolore.
All'isola di Ponza si è fermata,
ripartendo dopo averla saccheggiata.
Sono arrivati e scesi a terra,
con le armi in pugno pronti a farci guerra.
Eran trecento eran tonti e storti e sono morti!
Sceser con l'armi per farci guerra,
e cercaron di rubarci la terra.
Ad uno ad uno li sputai in viso,
tutti avevano un macabro sorriso.
Eran ladri usciti dalle tane,
e volean portare via persino il letame.
E li senti mandare un solo grido,
siamo venuti a saziar la nostra libido.
Eran 300 eran facinorosi e contorti e sono morti!
Con gli occhi ignettati di sangue in cerca di oro,
un giovane bavoso camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita e presa un sasso in mano,
lanciandolo gli dissi vai via marrano.
Egli infuriato rispose vien qui mia donzella,
ti faccio vedere una cosa bella.
Io mi sentii tremare tutto il cuore,
e risposi ma va fan culo mio signore.
Eran trecento eran untuosi e smorti e sono morti!
Quel giorno non potei faticare,
perchè dietro a me si misero ad andare.
Due volte si scontraron con le genti inermi,
che li spogliaron dell'armi.
E quando furon della Certosa ai muri,
i contadini divennero ancora più duri.
E tra il fumo e gli spari e le scintille,
li presero a calci e sputi a mille.
Eran trecento contusi e distorti e sono morti!
Eran trecento ma non poteron fuggire,
perchè il contado li fece morire.
Vollero morir col bottino in mano,
una caciotta e tre bottiglie di vino campano.
Fin che pugnar vidi contro di loro io pregai,
che gente così non venga qui mai.
E non fui contente finche in mezzo a loro,
non vidi più gli occhi di sangue e la brama d'oro.
Eran trecento eran tossici forti e sono morti! 

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