martedì 22 novembre 2011

IL FUTURO RUBATO

IL FUTURO RUBATO

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Rimango perplesso notando che, dopo più di 150 anni, la vile storiografia savoiarda, prevale sulla storia vera. Ciò dimostra una notevole disonestà intelletuale o quanto meno una complice omertà degli storici odierni. Ma la cosa che mi lascia più sgomento, è la mancanza di curiosità e d'interesse dei miei conterranei, per quello che accadde alle nostre terre ed ai nostri avi, in quel periodo nefasto. Noi non possiamo dimenticare, non possiamo gettare nell'oblio, quelle migliaia di vite spese per difendere la libertà delle nostre terre e delle nostre genti. Io punto il dito contro quell'ignobiltà napoletana e siciliana, che si vendette al vile invasore per pochi scudi. Oggi i loro discendenti, ad onta, frequentano il circolo savoia per darsi un tono, vergogna. Io punto il dito contro quella borghesia meridionale, che per aumentare il proprio potere e guadagno, vendette il sangue dei propri fratelli. Oggi i discendenti di quella feccia, vivono tra posillipo e chiaia, atteggiandosi a signori, ma il denaro non compra la signorilità. In fine il mio biasimo va al popolo meridionale, che rimase sopito ed indolente per troppo tempo e che solo tardivamente tentò di reagire al mal tolto e che oggi paga il prezzo maggiore. La beffa più grande è che nelle nostre strade, nelle nostre piazze, campeggiano i nomi di quei bastardi che distrussero il nostro passato ed il nostro futuro. Ad ogni angolo, come il cane che urina per marcare il territorio, ci ricordano che perdemmo e che siamo loro sudditi. Ma io mi chiedo, quando alzeremo la testa dalla polvere, per riprenderci la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra dignità. Quando torneremo ad essere il sud dei primati positivi e non più negativi. Quando ci toglieremo gli schiaffi dalla faccia, datici da quel nord, dimentico che il suo oggi è stato creato con i nostri soldi ed il nostro sangue e che scarica la sua diossina nel casertano. Quando ci libereremo degli effetti di quella spedizione mercenaria che lasciò padrona delle nostre città la delinquenza. A chi rimarrà sgomento delle mie parole, a chi è ancora affetto dalla sindrome romantica del risorgimento, a chi dice che ormai è passato troppo tempo, io rispondo volentieri. Se si vuole risolvere il problema del sud, si deve permettere alle genti di questi posti meravigliosi, di riappropiarsi della propria identità e dignità, fargli scoprire ed inorgoglire del proprio passato per un futuro migliore. Se si vuole risolvere un problema lo si affronta dalla radice, conoscendone la storia e il come e perchè. Ridateci la nostra Storia e noi ci daremo il nostro futuro.

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